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ROLLING STONES

ll mitico logo


Premessa

Il logo più iconico del rock'n'roll ha compiuto 50 anni. È il famoso 'lips and tongue' (linguaccia) storico logo con cui tutti identificano i Rolling Stones ma che nel tempo è diventato talmente popolare (e redditizio) da avere quasi vita propria. Basti pensare alle centinaia di oggetti che decora, non solo set scenici ma anche magliette, tazzine, accendini, ecc. Ed infatti a quei tempi io ne avevo messo un autoadesivo sul muso della mia Dyane.

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Antefatto
Nel 1970 gli Stones erano ai ferri corti con il fisco inglese. Decisero quindi di trasferirsi all’estero e scelsero come località il sud della Francia dove poi realizzarono l’album Exile on Main Street >> vedi Articolo
Prima di trasferirsi fecero un tour di addio al loro paese d’origine con quello che venne ribattezzato ironicamente il 'Good-Bye Britain Tour'. L’ultima tra le 10 date previste si tenne il 26 marzo 1971 al Marquee Club di Londra dove sui VIP pass comparve per la prima volta la famosa linguaccia il cui debutto ufficiale avvenne poi a fine aprile all’interno della copertina dell’album Sticky Fingers.

 
Storia del Design
 

Il design di John Pasche – i poster
p1.jpgLa band era alla ricerca di un poster per questo Tour Europeo 1970 ma i progetti presentati dalla Decca Records non soddisfacevano Jagger. Venne quindi contattato il Royal College of Art di Londra che raccomandò John Pasche, uno studente di 25 anni dell’ultimo anno del Master of Arts.

Pasche incontrò Mick Jagger per discutere le idee per il poster tornando una settimana dopo con un design che proponeva un'estetica stile anni '30 e '40 legata ai viaggi. Ma Jagger non era soddisfatto. "Penso che probabilmente avesse a che fare con il colore e la composizione", ha detto Pasche al Victoria and Albert Museum nel 2016. "Ha rifiutato", ricorda Pasche aggiungendo "Sono sicuro che puoi fare di meglio, John." Andò meglio alla seconda versione, che includeva anche un turbogetto Concorde. 

Da un’intervista di Pasche: "Ho spesso pensato 'Perché io?' Forse il tutor del college che ha risposto alla richiesta degli Stones ha pensato che il mio lavoro fosse più adatto dato che stavo facendo molta pop art, quindi le mie immagini erano piuttosto luminose". Andò a incontrare Mick Jagger in Maddox Street, solo loro due in una grande sala conferenze e Jagger disse che non voleva usare un'immagine di una band, ma provare qualcosa di diverso. "Abbiamo parlato di una situazione itinerante e gli piacevano molto i poster dei tour degli anni '30 e '40 con grandi barche e treni, quindi questo è stato l'inizio dell'idea". Nel secondo poster "Invece dei vecchi aerei tipo degli anni '40 ho inserito il Concorde per renderlo un po' più aggiornato, perché nei primi anni '70 era piuttosto nuovo".

 

Il design di John Pasche – il logo
kali-with-tongue-out.jpgPoco dopo i poster Pasche venne contattato da Jo Bergman, l'assistente personale della band che, in una lettera del 29 aprile 1970, gli chiese espressamente “di creare un logo o un simbolo che possa essere utilizzato su carta per appunti, come copertina di un programma e come copertina per il libro stampa”.
In un incontro successivo, ricorda Pasche, Jagger fu più preciso, “vorrei un'immagine che potesse funzionare da sola... come il logo Shell Petroleum”. Durante lo stesso incontro, Jagger mostrò a Pasche un'illustrazione della divinità indù Kali, che aveva preso in prestito da un negozio vicino a casa sua. Jagger, secondo Pasche, del poster era più interessato alla sua natura indiana, poiché tale cultura in Gran Bretagna in tale periodo era di moda. Ma Pasche rimase colpito dalla bocca aperta e dalla lingua sporgente di Kali. “
Ho ripreso la sua lingua appuntita e ho pensato che una lingua sporgente sarebbe stata una grande immagine per l’anti-autorità e quindi per gli Stones”.
Contrariamente alla leggenda metropolitana, il logo non era – almeno intenzionalmente – destinato a rappresentare le grandi dimensioni della lingua e delle labbra di Jagger.
orig2.jpgPasche sostenne che anche il suo logo doveva essere un simbolo di protesta. "È il tipo di cosa che fanno i bambini quando ti fanno la linguaccia", disse. "Questo era il motivo principale per cui pensavo che avrebbe funzionato bene".
Realizzò quindi un logo, originariamente in bianco e nero, utilizzabile per creare versioni successive. La prima apparizione discografica avvenne nell’album Sticky Fingers nell'aprile 1971. Venne utilizzato sulla quarta di copertina, sull'etichetta e, soprattutto, sull'inserto. 

PS. Da un’intervista a Pasche: “Mentre lavoravo all’artwork del poster, il mio compagno di studi di design, George Hardie, stava creando l’artwork per la copertina di “Dark Side of the Moon” – quindi tutto stava accadendo in quel momento”.

Il design di Craig Braun
Tuttavia la versione americana del disco vide una versione leggermente modificata e più allungata della linguaccia realizzata da Craig Braun che stava collaborando con Andy Warhol per la celebre copertina con la zip apribile. Il motivo del restyling fu banale, per semplici necessità tecniche. Il logo, infatti, era stato spedito dal Regno Unito agli Stati Uniti via fax e la stampa ricevuta dagli americani era sbiadita e sgranata, motivo per cui Braun si trovò costretto a ridisegnare il logo partendo dall'originale.
È la versione allungata di Braun, con linee e riflessi extra, che continua ad essere utilizzata ufficialmente.

Il lifting di Shepard Fairey

In occasione del cinquantenario del gruppo, lo stesso logo – che per mezzo secolo ha mantenuto intatta la sua spregiudicatezza sorpassando mode e trend momentanei – ha conosciuto un leggero restyling, a opera di Shepard Fairey.


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John Pasche Craig Braun Shepard Fairey

Pasche

Fino al 1974 ha lavorato come designer per gli Stones, poi ha continuato la carriera nel mondo della musica, lavorando con Paul McCartney, The Who, Jimi Hendrix e Judas Priest, solo per citarne alcuni. E’ stato direttore artistico della United Artists, poi direttore creativo Chrysalis, quindi direttore creativo del South Bank Centre.
pa2.jpgPer il logo definitivo, nato in bianco e nero e non nell'iconico rosso, Pasche intascò 50 sterline, somma pari ad una settimana di lavoro ma comunque esigua tanto che gli Stones gli allungarono personalmente altre 200 sterline in segno del loro apprezzamento per il lavoro svolto. Inizialmente egli ottenne una quota delle royalties sul merchandising, ma in seguito vendette il copyright alla band per £ 24.000, non pensando, come poi ha dichiarato, fruttasse tanto in futuro. Infatti dopo ha affermato che "probabilmente ora vivrebbe in un castello" se avesse mantenuto il suo diritto d'autore.

Nel 2008 ha venduto per $ 92.500 il disegno originale in una casa d'aste di New York per raccogliere fondi per le tasse scolastiche di suo figlio. È stato acquistato dal Victoria and Albert Museum e ora risiede a Kensington.

Ha anche affermato di avere pensato di intentare una causa per le royalties ai Rolling Stones ma di avere desistito perché era una lotta impari.
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focus link alle altre storie del Focus #4/2024 : A proposito di Rolling Stones

Autore : Giorgio Gotti, 18/12/2021