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Copertine di Long Playing

Pink Floyd
Ummagumma (1969)
Design [Sleeve Design], Photography by Hipgnosis

Dopo la copertina di Fripp&Eno mi pare giusto parlare di un’altra copertina che ha utilizzato (prima) Il cosiddetto “infinity mirror effect”.
Ummagumma, pubblicato il 7 novembre del 1969 è il quarto album in studio dei Pink Floyd. E’ un doppio composto da un disco registrato dal vivo e un secondo registrato in studio. La critica lo ha spesso considerato come uno dei loro capolavori, molto sperimentale ed anticipatore delle tendenze future. Sicuramente non è il mio preferito tra i loro lavori perché lo trovo a tratti molto pretenzioso. Credo sia anche il parere di vari membri della band perché ho letto diverse interviste in cui esprimono al riguardo giudizi molto negativi.
La versione più accreditata sul titolo dell’album è che si tratti di un'espressione gergale di Cambridge per indicare l'atto sessuale.

La copertina fu realizzata dallo studio di design Hipgnosis ed
 è formata da un fotomontaggio con una foto originale cui è stato aggiunto un collage di più foto disposte una all'interno dell'altra, identiche tra loro ma con una rotazione dei membri del gruppo nelle varie posizioni.
Nella foto nel retro di copertina è invece riportata un'immagine con tutto il materiale usato nelle rappresentazioni live compresi i camioncini, le luci ed i due tecnici (l'ingegnere del suono Peter Watts, che sarà il padre dell'attrice Naomi Watts, e del responsabile stage  Alan Styles) scattata sulla pista dell'aeroporto di Biggin Hill, nel Kent.
Le foto interne mostrano invece degli scatti raffiguranti i quattro musicisti: a sinistra David Gilmour fotografato davanti all'Elfin Oak, un tronco d'albero di oltre 900 anni presente nei giardini di Kensington, scavato e abitato da elfi e gnomi colorati. Roger Waters è raffigurato in compagnia della moglie di allora. Sotto Nick Mason è presentato in una sequenza di scatti nel giardino della villa di copertina. A destra chiude la serie Rick Wright, fotografato a fianco della tastiera del pianoforte.
Frontespizio
Vi sono due visuali prospettiche: quella esterna (a destra) e quella interna (a sinistra).  Nella visione interna, in uno specchio appeso al muro, è rappresentata almeno cinque volte la scena esterna ma con i quattro membri del gruppo che in ogni immagine si scambiano la posizione.
Altri particolari sono per terra delle lettere bianche che formano il nome della band, appoggiata al muro la cover di un vinile di GiGi, “Original Cast Soundtrack Album” del 1958 ed un grosso bottiglione di vetro al cui interno pare esseci una pianta.

Curìosità. Forse per problemi di copyright, in Canada, è stata distribuita una versione con il vinile totalmente bianco, mentre in Australia il vinile manca del tutto.

frontespizio

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dettaglio specchio
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dettaglio "GiGi"
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versioni diverse
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interno

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retro
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yu1.jpg  link al Focus #5/2024