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BEAT

La “BEAT” Generation: Il Battito Della Musica


Bpm. Beats per minute (Battiti al minuto).
E’ l’unità di misura del ritmo, elemento fondamentale per tutti coloro che si cimentano, a qualsiasi livello, con la produzione musicale.
Ma è anche l’unità di misura del battito cardiaco, testimonianza del legame fisiologico fra il ritmo musicale e il più importante parametro vitale dell’organismo umano.
Negli Stati Uniti, nel corso degli anni 50, anni duri del secondo dopoguerra, un gruppo di artisti, scrittori e poeti tenta di liberarsi dalle opprimenti certezze di una società avviata verso il conformismo più becero e inizia a viaggiare, scrivere, sperimentare droghe e sostanze allucinogene di ogni tipo.

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Ginsberg, Kerouac, Corso
 
Allen Ginsberg, Gregory Corso e Jack Kerouac diventano i principali protagonisti di questa nuova stagione creativa, la “Beat Generation”, così definita dallo stesso Kerouac, senza risolvere la voluta ambiguità del termine: “beat” per designare il senso di sconfitta di questa generazione, oppure per richiamare il senso mistico della beatitudine, oppure ancora per rimarcare il loro legame con la musica.
Il ritmo sincopato del ‘bebop’ (forma ribelle di jazz sviluppatasi a partire dagli anni 40, grazie a musicisti del calibro di Charlie Parker, Dizzy Gillespie e Thelonious Monk) diventa la colonna sonora di questo movimento: per gli artisti beat, il jazz è il ritmo della vita e della scrittura.
Sono ormai entrate nella leggenda le letture (i “reading”) di brani di “Sulla strada” di Kerouac o di “Urlo” di Ginsberg o delle poesie di “Benzina” di Corso, da parte degli stessi autori, al ritmo del bebop suonato nei locali fumosi di San Francisco o dell’East Village di New York.
 

Per Allen Ginsberg il rapporto con la musica è ancora più profondo e nel corso degli anni si produrrà in performance anche come autore e cantante (sui generis), quasi sempre accompagnato dal suo compagno di vita Peter Orlovsky: girerà il mondo con il suo harmonium per cantare e recitare mantra buddisti (una di queste performance è immortalata in una traccia del disco ‘The East Village Other’ del 1966, una sorta di happening in stile Andy Warhol, che contiene come chicca la prima registrazione su disco dei Velvet Underground).
Successivamente registrerà nel 1970 un disco di canzoni ispirate ai Canti dell’Innocenza e dell’Esperienza di William Blake, mistico poeta visionario della fine del 1700 (‘Songs Of Innocence And Experience’).
Infine pubblicherà un doppio album nel 1982, intitolato ‘First Blues’, contenente una serie di canzoni, a metà strada fra blues e folk, registrate tra gli anni settanta ed i primi anni ottanta, con alcuni ospiti illustri fra cui Bob Dylan. Questo disco, ormai introvabile nella versione originale, è stato ripubblicato nel 2016 all’interno di un box set di 3 cd, in versione ‘de luxe’, dal titolo “The last word on first blues”, contenente anche undici pezzi inediti.

 

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Copertina fronte-retro dell’album collettivo “The East Village Other” del 1966
 
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Copertina dell’album di Allen Ginsberg “Songs Of Innocence And Experience” del 1970 Copertina dell’album di Allen Ginsberg “First Blues” del 1982
 
Ma il manifesto della genuina ispirazione della ‘beat generation’ resta la versione originale del romanzo “Sulla strada”, battuta a macchina da Kerouac su un unico rullo di carta (“The scroll”, lungo più di 30 metri), senza spaziature, come se fosse una spontanea ed ininterrotta jam session dedicata al viaggio e alla velocità, con Charlie Parker al sax, al ritmo frenetico e tachicardico di 150 bpm.
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Il rullo originale di ‘Sulla strada’ Gregory Corso durante un reading delle sue poesie

Autore : Stefano Sorrentino, 03/06/2021