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C'era una volta in America

ed i Joy Division



Che cosa hai fatto in tutti questi anni?    What've you been doing all these years?
Sono andato a letto presto                      Been going to bed early


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La straordinaria battuta nel film di Sergio Leone, che Noodles pronuncia in risposta all'amico Fat Moe, nel film C'era una volta in America, quando torna a New York dopo tanti anni, viene da un idea di Enrico Medioli, parmigiano e straordinario sceneggiatore parmigiano che ho avuto la fortuna di conoscere perché frequentava negli anni scorsi la libreria. closer08.jpgChiaramente la battuta è una citazione dell'incipit di Alla ricerca del tempo perduto di Marcel Proust, l'inizio recita infatti “Longtemps,  je me suis couché de bonne heure!”.
Inutile dire che questa scena o meglio queste parole possono servire per prima di tutto, citare un capolavoro assoluto del cinema, e in secondo luogo usare il dialogo per introdurre il tema dell'uso del proprio tempo per ad esempio ascoltare musica o leggere libri sulla musica.
Ma anche perché abbiamo subito un colpo durissimo con la pandemia e quindi costretti a rimanere a casa con possibilità di tempo a disposizione prima impensabile e quindi di usarlo bene questo tempo.
closer04.jpgCi vuole una lunga premessa per arrivare a parlare delle scoperte o riscoperte di gruppi o di libri che per motivi oscuri erano diciamo silenti, non abbandonati ma per qualche strana anomalia avevo comprato e magari sentito una volta il Cd e aperto distrattamente il libro.
Ma una delle sensazioni più appaganti del, diciamo con belle parole, il consumatore di cultura, è di possedere e di avere a portata di mano ciò che ritiene indispensabile, quante volte vi sarà capitato di cercare un libro, di non trovarlo nella vostra biblioteca di casa, e invece di trovarne un altro e di leggere quello al posto dell'altro?  E' uno dei principi che cita Roberto Calasso, uno degli intellettuali più fini del nostro tempo, quando parla di che metodo usare per catalogare i propri libri, e questo è il metodo “nessun metodo”!!
Questo principio si applica anche ai CD anche se l'ordine alfabetico è già di per sé una catalogazione che da meno chances di trovare altro.

closer00.jpgPer questo mi sono ritrovato tra le mani, per esempio, un Cd dei Joy Division, Closer, comprato anni fa e forse mai sentito e invece è un disco che segna gli anni '80, per innovazione, sperimentalità e suoni scarni, lugubri, fatiscenti, che imprimono a tutto l'album un malessere di fondo, una sofferenza senza speranza.
Anche se i brani sono molti diversi da loro, è l'atmosfera di fondo che rimane, sono stati definiti dark wave oppure gothic rock, definizioni da rivista rock che però non mi appartengono, sono piuttosto distruttori di speranza, una generazione disperata, ma comunque ben lontana dal punk, che vuole distruggere il passato rock, qui veramente non c'è futuro, ma anche il domani è incerto.
Il loro leader Ian Curtis è disturbato mentalmente, pericoloso soffre di epilessia e di evidente depressione, si suiciderà due mesi prima dell'uscita dell'album, che è il secondo della band, ma non raggiungerà la fama di Morrison e nemmeno quella di Cobain, un emarginato anche nella morte.
L'album, che reca in copertina una foto di una tomba del famoso cimitero di Staglieno di Genova, chiaramente non scelta a caso, inizia con un brano Atrocity Exibition, è un colpo immediato allo stomaco, si ispira ad un romanzo dello scrittore di fantascienza James G. Ballard, il brano è gelido e glaciale con percussioni in evidenza, Isolation, secondo pezzo dove Ian Curtis canta in modo disperato la propria prossima fine.
Il disco è praticamente un viaggio nell'inferno della negatività, nei pensieri disperati di un gruppo che scarnifica la musica in sofferenza e dolore facendo diventare la musica una sorta di discesa nella più totale pessimistica percezione del tempo e dello spazio.

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Nello stesso modo cercando un libro di Bertoncelli, ho ritrovato il famoso libro di Alex Ross, il resto è rumore, un volume da leggere si ma anche da tenere a portata di mano, sulla scrivania, l'autore spiega la musica del xx secolo closer06.jpgsi va da Mahler ai Velvet Underground, con John Cage, Karlheinz Stockhausen e Stravinsky.
Libro per tutti, anche per chi segue il rock, per aumentare la capacità di comprendere tutta la musica, per esempio i gruppi tedeschi del '70 sono sicuramente una direi evoluzione oppure una derivazione dalla musica di Stockhausen, e come da lui dichiarato Frank Zappa è stato fortemente influenzato da Edgar Varese.
Il libro scorre molto bene, a parte qualche parte un po' diciamo tecnica un po' noiosa che si supera però tranquillamente, un libro, come si diceva negli anni '70 che allarga la mente, che oggi mi fa un po' ridere.
Non allarmatevi se nell'indice dei nomi non ci sono né i Rolling e neanche i Led Zeppelin, ma ci sono i Beatles e i Velvet Undergrond e quindi va benissimo. Non è un libro da leggere come un romanzo tutto d'un fiato, ma sono circa 900 pagine da consultare e non necessariamente dal primo all'ultimo capitolo, si può anche saltare, quindi come dicono gli inglesi un Reference Book


Autore : Roberto Ceresini 23/02/2022