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Musica e Montagna
Un ricordo legato alla musica


Sono amica di Marzia, moglie di Giorgio da tantissimi anni. Con mio marito Claudio li frequentiamo da molto tempo. Qualche anno fa siamo anche andati assieme a Genova per vedere un concerto dei Deep Purple ed abbiamo anche visto a Parma Bob Dylan. E’ stato divertente, perché è bello fare cose assieme agli amici quando con loro hai un buon feeling. Anche se sono cose che non ti appassionano, tipo la musica rock.  Ciò che mi appassiona veramente è la montagna, l’alta montagna. La frequento, specialmente l’Alto Adige, la Val Fiscalina, la Val Gardena praticamente da sempre. Mi piacciono le camminate ed anche i percorsi leggermente più impegnativi, tipo le ferrate. E racconto spesso agli amici le emozioni che queste giornate passate in mezzo ai monti mi procurano. Qualche giorno fa ci siamo rivisti e Giorgio si è ricordato di un episodio che gli avevo raccontato e mi ha chiesto di ricordarlo.
rifugio07.jpg Vi sono sensazioni che solo chi ama la montagna può capire. Queste sensazioni spiegano ciò che spinge le persone a camminare per ore ed a faticare nell’inerpicarsi e, spesso, anche a correre rischi. Troppe sono le persone di quei luoghi da me conosciute che hanno perso la vita sfidando la montagna, anche se ne conoscevano quasi tutti i segreti.
Anch’io pur non praticando l’alpinismo ho avuto alcuni episodi potenzialmente rischiosi, come quella volta che sono caduta in un crepaccio ghiacciato. La montagna è severa maestra ma dispensatrice di immense soddisfazioni.
L’episodio legato alla musica che Giorgio mi ha chiesto di raccontare accadde circa venti anni fa. Con un gruppo di amici di Parma avevano progettato un’escursione di gruppo al rifugio Pisciadu nel gruppo Sella. L’idea era quella di raggiungere il rifugio con una camminata di 3 / 4 ore e quindi pernottarvi per fare ritorno il giorno dopo attraverso un’altra via. Dal nostro gruppo di appassionati avevamo ottenuto una buona adesione, circa quaranta persone, tanto da noleggiare un pullman per raggiungere la Val Gardena.
rifugio06.jpg Svolgemmo tranquillamente la nostra escursione raggiungendo il rifugio attraverso la ferrata da Passo Gardena. Chi pratica la montagna sa che esiste rispetto per i luoghi che frequenti e grande senso di fratellanza verso le persone che incontri, indipendentemente dalla nazionalità.
Come sempre, anche quella sera il rifugio era pieno. A cena trovammo varie tavolate, formate da tedeschi, austriaci, inglesi e ovviamente noi italiani che eravamo il gruppo maggiore. L’atmosfera dei rifugi è particolare, è difficile da descrivere, bisogna esserci stati per poterla capire. Nulla a che vedere con alberghi o ristoranti perché chi si trova nel rifugio appartiene a qualcosa di diverso, sia come luogo che come concezione della vita. Detto questo è ovvio che l’atmosfera è spensierata, allegra, rilassata. Ad ogni tavolata i gruppi mangiano, ridono e scherzano, e noi da bravi italiani facevamo la nostra parte. Tra di noi c’era Alfredo, grande appassionato di musica lirica. Ad un certo Alfredo inizia quasi sottovoce a cantare l’aria di “Va Pensiero”. Immediatamente lo seguono in due, tre, poi tutti noi. Mentre cantiamo nella sala cala il silenzio totale, tutti tacciono e ascoltano. Per qualche minuto l’onda sonora del nostro coro galleggia nell’aria, avvolge tutto, cose e persone. Finita l’ultima nota c’è un breve attimo di stupito silenzio. Poi tutti gli altri presenti si alzano in piedi e scoppia un boato di applausi e grida di apprezzamento nelle varie lingue. Ecco, Giorgio mi aveva chiesto un ricordo legato alla musica. Questo è il mio ricordo più bello ed ancora oggi a pensarci mi viene la pelle d’oca.

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Autore : Elisabetta Giana, 06/06/2021