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I Predatori dei Dischi perduti

Musica e Ricordi #6

Per meglio descrivere lo spirito di quegli anni farò una breve descrizione del gruppo di amici che ho conosciuto scambiandoci dischi. Missionario del verbo era Ufo, adetto alla ricerca di nuovi adepti. Bobo l’eclettico: scelte spesso originali, curiose come il suo carattere. Franco: grande esperto dei Beatles e puntiglioso intenditore mai banale. Tino amante della musica del mondo, più strana meglio è, dalle Tibetan Bells al Banco. Vera anima rock il Cero, da sempre costantemente sul pezzo anche quando altri avevano un po' mollato. Mio grande dispensatore di musica colta Nino, amico e curioso esploratore delle sonorità alternative, preferibilmente seriali.

Negli anni ’70 la musica era inversamente proporzionale alle nostre finanze. Musica buona a non finire, soldi molto pochi. Quindi conoscere altre persone con la stessa passione con cui potersi scambiare dischi era un obiettivo perseguito con determinazione, come dei cercatori d’oro. Vorrei quindi nella serie di ricordi su cui ultimamente sto scrivendo, parlare anche di chi fuori dalla “confraternita” è stato coinvolto in questa ricerca.
Iaures. Veniva da Sant’Ilario d’Enza. Reggio Emilia terra dai nomi impossibili: Wilmer, Vimer, Leris, Loris, Iller, per dirne alcuni anche se Iaures resta il massimo, irraggiungibile. Per alcuni anni ha partecipato ai nostri incontri serali e scambiato dischi. Aveva gusto, ad esempio fu lui a farmi sentire “Pipe Dream” di Alan Hull. Alto, con gli occhiali rettangolari somigliava a Peter Fonda. Aveva anche la morosa di Parma. Una volta il Bobo gli chiese se avrebbe portato la morosa ai concerti. Con una frase rimasta negli annali lui rispose molto stupito “ma sei matto? Lei è una ragazza seria”. E ancora non si parlava di canne.
ng2.jpgPiero. Più grande di noi, già sposato, con un lavoro fisso. Per questo, e non solo per la barba, decisamente più serio. Molto esperto di country-rock ne possedeva una importante collezione che noi bramavamo di farci prestare. Ma lui saggiamente era di manica stretta ed i nostri dischi di musica rock/prog/folk ecc  non gli interessavano…  Da cosa capisci il vero collezionista? A parte seguire fedelmente una ben precisa tematica, una volta disse, riguardo un album: “qui ci sono i fiati; che io non sopporto”. Ma lo aveva comperato lo stesso.
Sergio. Faceva coppia con Piero ed era quello che si dice un bravo ragazzo, scomparso purtroppo molto presto. Non era molto esperto ma curioso e quindi a volte comperava cose che non gli piacevano che poi regalava agli amici. “Diamond Head” di Manzanera l’ho avuto da lui. Di origini umili era probabilmente cresciuto in orfanotrofio o simili. Una volta parlandone disse: “Atorchè infansia abandoneda, l’era infansia bastoneda.”
sn1.jpgSnoopy. Alle superiori nessuno era un patito di musica. La ascoltavano alla radio o alle feste, qualcosa ne sapevano, ma di comperare dischi in modo continuativo niente e quindi neppure scambiarli con altri per ascoltarli. A parte Alfonso, con cui fummo amici per davvero, a scuola che amasse la musica ne conobbi solo un altro. Piccolino di statura con un gran nasone, aveva due grandi passioni: il CB e Santana. A me del CB non me ne poteva fregare di meno, ma riguardo a Santana lui ne possedeva l’opera omnia. Da bravo gaglioffo dopo lunga anticamera riuscii a farmi invitare a casa sua, con la scusa che ero curioso di vedere come funzionava il CB. Solo la seconda visita riuscii a farmi “sganciare” gli LP di Santana che mi mancavano. Per la musica questo ed altro.
pk1.jpegIl finto Punk. Nei primissimi tempi del punk conobbi di striscio un ragazzo che di punk non aveva niente. Collezionava. Collezionava qualsiasi vinile relativo alla musica punk che custodiva in apposite buste di platica che si era fatto appositamente fare. Quel tipo di musica non gli piaceva, lo faceva solo perché era convinto che un domani la sua collezione avrebbe avuto un gran valore. Allora, io sono un collezionista nato, non vi elenco i generi di cose in cui ho speso fortune, spesso in modo ossessivo e compulsivo come fanno i veri collezionisti. Ma l’ho sempre fatto di cose che mi piacevano!!
L’inavvicinabile
Una volta un amico mi raccontò che aveva un suo cugino (o forse amico, mah) che possedeva una immensa collezione di LP. Quasi diecimila, di tutti i generi ma specialmente rock. Fu come dire ad un cercatore d’oro di aver visto una pepita nel terreno. Chiesi di farmelo conoscere. Poi il mio amico mi disse di averglielo detto ma che la risposta era stata ti1.jpgevasiva …ma, forse, non so.. Chiesi di insistere e fargli presente che anch’io ero un grande appassionato e che gli avrei fatto ascoltare volentieri i miei dischi. La risposta fu un secco NO. Allora ne fui offeso. Ripensandoci ma a quello là dei miei scarsi 100 LP di allora cosa gliene poteva interessare? Comunque stronzo.
A proposito di
Un paio di volte mi è capitato di conoscere, non fare amicizia, ma semplicemente conoscere persone con cui entrando nell’argomento musica si scopriva che erano discretamente competenti ed anche buoni collezionisti. Allora io come un bravo Mormone in cerca di adepti parlavo delle virtù del nostro gruppo di amici grandi intenditori che si scambiava dischi, narrando che avevo scoperto grazie a ciò quel gruppo o quell’altro. Come quelle che ce l’hanno solo loro l’inevitabile risposta era: “grazie non mi interessa”.
I casuali
Ci sono poi state le scoperte occasionali. Una delle prime cose che guardavo quando andavo a casa di nuovi amici era se avevano dei dischi. Era sempre una gioia conoscere qualcuno che, pur non essendo un amante della musica possedeva qualche disco interessante ed era così cortese da prestartelo. Ricordo un rarissimo ed introvabile live dei Canned Heat. Chiesi se me lo vendevano. “Non mi piace, ma è stato un regalo..” Va bè almeno l’ho registrato.
I mai più
A prestare è generalmente andata sempre bene. Quando lo scambio avviene tra appassionati la cura del disco è reciproca. Qualche rara volta è capitato l’opposto e con ovvia interruzione della collaborazione. C’era il moroso cr1.jpgdella cugina di mia moglie, mio omonimo, grande esperto e dai gusti comuni. Era di Milano e ogni tanto capitava a Parma. A parte che quando un disco sta lontano da casina per qualche mese il cuore si stringe, al primo scambio dopo diversi mesi i dischi ritornarono con le copertine tutte rovinate, Siamo rimasti amici, ma non più come prima.
Ripensandoci
Prima ho definito stronzi quelli che non prestavano i dischi. Ebbene in un paio d’occasioni mi viene in mente di esserlo stato anch’io. La prima con uno che aveva anche dei dischi interessanti ma mi stava proprio sulle palle. In questo caso ammetto di essere venuto meno ai miei doveri di missionario del verbo rock. La seconda volta il mio compagno di classe Andrea, vedendo i miei dischi (allora pochini ma buoni) tutto entusiasta mi disse.”me li presti? Anche a me piace la musica”. E che dischi hai? “Ho tutti i dischi di Cochi e Renato”. Ma veramente .. mia mamma non vuole che li presti.  Va ben tutt !!


Autore : Giorgio Gotti, 10/04/2021