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Oltre ogni ragionevole dubbio

Evviva il wyrd (o weird) folk

“Oltre ogni ragionevole dubbio, ossia certezza massima = nessun dubbio. Questo non significa il raggiungimento della verità assoluta, ma solo l’espressione di un parere o, nei casi peggiori, la formulazione di un verdetto, anche se ignobile. Nel caso ci si ripensi, anche a distanza di tanto o tantissimo tempo, ecco la ripartenza per un nuovo giro di giostra. Ah, biglietti a pagamento, ovviamente. Per cui niente e nessuno è migliore; alla faccia dei puristi. Morale: evviva il wyrd (o weird) folk.”

A chi afferma di avere la verità in tasca, possa la peste coglierlo. Al minimo. Il folk, o per i rompiscatole musica folk, rappresenta le nostre radici. Volente o nolente. Dubbi in merito? Risate diffuse, visto il titolo di questo articolo. In ogni caso, dai primi esperimenti dell’uomo in avanti, si cerca di rappresentare la realtà, la quotidianità e tutto ciò che ruota attorno ad essa. Folk, appunto, deriva direttamente dall'inglese "folklore" (composto da folk "popolo" e lore "sapere", "dottrina"), coniato nel 1846 da William Thoms per indicare le tradizioni popolari. Questa derivazione indica che "folk" si è evoluto nel linguaggio comune, soprattutto nel contesto della musica (dove è spesso abbreviato da "folk-song") e della cultura in generale, per indicare tutto ciò che è legato alla tradizione popolare, spesso di origine anglosassone. Vita, morte, amore, odio, pace, guerra, luce, ombra, sinonimi e contrari, più contrari che avversari, eroi e mostri, tradizioni e mitologie, sorrisi e pianti, lacrime di gioia o di dolore, insomma tutto ciò che si affronta o si ricordi o si sogni. Il folk è il tutto. Da lì le varie diramazioni, a formare l’albero musicale. L’unico modo per farlo morire è nella mente e nei comportamenti e nelle scelte dei cosiddetti puristi, ossia coloro che vogliono la sua riproposizione filologica e invariata. L’unico modo per farlo vivere è nutrirlo e abbeverarlo, contaminandolo. Pensando a Pete Seeger e amici che inorridirono, addirittura urlando al tradimento, di fronte alla strafamosa svolta elettrica di Bob Dylan durante il Newport Folk Festival del 1965 (25 luglio 1965, per la precisione), vista l’unione del folk col rock in quell’episodio, è di gran lunga preferibile volare dalle parti della Incredible String Band e del suo viaggio lisergico, coadiuvato da strumentazione (in parte) orientale. In essa ci fu veramente la cosiddetta fusione fra (per me antipaticissimi) generi, fin dal 1966. Ma, si sa, il percorso del buon contagio, quel sacrosanto percorso, fu sempre in atto, altrimenti non saremmo qui a scriverne. Da secoli. Da millenni. Solo che allora non c’era l’energia elettrica, ma altre tipologie di forze (anche oscure, soprattutto esoteriche) a scandirne le tappe. Ma, come sempre, la curiosità è la regina dei cambiamenti, insieme al libero arbitrio che Dio ci ha donato (o lasciato?).

Due strade, un traguardo:

-  Wyrd significa "destino", "fato" o "potenza" ed è un concetto della mitologia norrena e germanica che descrive un destino intrecciato e inevitabile, influenzato dalle azioni passate, presenti e future. 

-  Weird significa “strano”, “misterioso”, “soprannaturale”, “magico”.

"Wyrd folk" o “weird folk”, ma per comodità poi coniato wyrd dai cervelloni (God, help them) del giornalismo musicale, si riferisce principalmente a un genere di musica folk psichedelico legato alla cultura degli anni '60 e al misticismo. Ora, iniziare da chi in U.K. e Irlanda contaminò il folk col rock, o col jazz, o con altro, è doveroso; conoscere la sacra triade Fairport Convention, Pentangle, Steeleye Span è, quindi, basilare, per capire l’evoluzione di questo movimento.

Ma coloro che inserirono la psichedelia, l’ambiguità d’intenti, l’esoterismo nel folk furono altri; The Incredible String Band furono i primi, come evidenziato sopra, cui seguirono diversi artisti e gruppi che avevano, e hanno, qualità oggettivamente rare. Ecco alcuni esempi di ascolto:
  • Fuchsia : omonimo

  • The Incredible String Band : The 5000 Spirits or the Layers of the Onion / The Hangman’s Beautiful Daughter

  • Comus : First Utterance

  • Forest : omonimo / Full Circle

  • Mr. Fox : omonimo / The Gypsy

  • Trees : The Garden of Jane Delawney / On the Shore

  • Trader Horne : Morning Way

  • Spirogyra : St. Radigunds / Bells, Boots and Shambles

  • Shelagh McDonald : Album / Stargazer

  • The Sun Also Rises : omonimo

  • Mellow Candle : Swaddling Songs

  • Jan Dukes de Grey : Mice and Rats in the Loft

  • Tudor Lodge : omonimo

  • Spriguns (of Tolgus) : Jack With a Feather / Revel Weird and Wild.

Tanti, tantissimi altri artisti, non noti ai più, inventarono partendo dalle radici. Nuovi archetipi? Strano a dirsi ma forse sì, siccome negli anni successivi, e tuttora, esistono miriadi di nipotini che hanno aggiunto negromanzia e scienze occulte al concetto di wyrd folk, ridisegnandolo (nuovamente, com’è giusto che sia). Ora lo chiamano dark folk (es. Espers, Sharron Kraus), o horror folk (es. The Hare and The Moon, The Devil and The Universe), nei casi più estremi. Ma non curatevene, giacchè a loro non interessano queste sterili etichettature, e non sono mai interessate: questi artisti, con mente e anima pressoché infinite, creano e hanno creato Musica, situazioni, atmosfere infinite. Piuttosto addentratevi in questo magico mondo, siate appunto curiosi: oltre a non rimanerne delusi, ne sarete arricchiti. Abbracci diffusi.
 

Autore : Andrea Pintelli, Novembre 2025