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YELLOW SUBMARINE

Il Film


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Quando uscì nelle sale Yellow Submarine non ebbi modo di vederlo. All’epoca, nel 1969, ero un ragazzino e non ricordo se non mi accorsi che era in programmazione in qualche cinema o se addirittura non venne proiettato.
Lo vidi il giorno di Capodanno 1972 quando fu trasmesso per la prima volta dalla televisione italiana all'interno della rubrica del sabato sera Mille e una sera, dedicata al cinema d'animazione d'autore. La televisione era allora ancora in bianco e nero, quindi quella proiezione fu eccitante dal punto di vista musicale ma deludente come visione dato che il suo grande fascino erano le coloratissime immagini.
Negli anni a seguire ebbi modo di rivederlo più volte, questa volta al cinema ed a colori. Ogni volta che qualche proiezione d’essai lo proponeva non me lo lasciavo scappare. Poi venne l’epoca dei film in cassetta (e poi in DVD). Finalmente da condividere con i figli. Ma al cinema, su schermo grande è un’altra cosa.

Per me appassionato di musica e di grafica, Yellow Submarine ha rappresentato una pietra miliare nelle mie esperienze formative dal punto di vista culturale (insieme ad un altro film del periodo, 2001 Odissea nello spazio)
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I suoi punti deboli, una trama fragile ed un doppiaggio non sempre felice, vengono superati dalle psichedeliche e coloratissime immagini, molto vicine alla pop art ed al surrealismo. Ovviamente colonna sonora a parte. Questo film, pensato fondamentalmente per le famiglie, ha il pregio di riuscire ad avvicinare il grande pubblico a quel mondo che i Beatles in quel periodo rappresentavano, sicuramente non rivoluzionario ma comunque alternativo all’establishment, incarnando il lato soft dello spirito di quegli anni, lo spirito del sessantotto.

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Brevi Note
Dal 1965 al 1967 ebbe grande successo in America una serie animata sui Beatles ideata da Al Brodax. George Dunning, che aveva già lavorato a questa serie, fu il regista e supervisore principale del film, sovrintendendo a oltre 200 artisti per 11 mesi. Il design dell'animazione è stato a volte attribuito erroneamente al famoso artista pop art psichedelico dell'epoca Peter Max, ma il direttore artistico fu l'illustratore e designer tedesco Heinz Edelmann. Tra i disegnatori coinvolti vi furono Ron Campbell (autore di quasi tutti i cartoni di Hanna-Barbera e dei Puffi), Gerald Potterton, Robert Blaser e Jack Stokes (che nel 1981 lavorerà al film-culto Heavy Metal).
Il grande valore del film è nella rottura con lo stile dei film di animazione dell’epoca, ovvero del modello “Disney” basato sul realismo. 
I Beatles,
probabilmente scottati dalle esperienze cinematografiche passate e detestando la serie animata che li vedeva protagonisti negli USA, rifiutarono a priori di avere a che fare col film. Infatti tutto il doppiaggio venne eseguito da altri attori. Vedendo il lungometraggio a montaggio ultimato ne rimasero impressionati, e forse pentiti dal non aver provveduto loro stessi al doppiaggio, decisero di inserire un brevissimo segmento filmato alla fine in un cui ringraziano di persona in maniera spiritosa gli spettatori e i realizzatori dell’opera.
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Quando uscì, nel 1968 venne accolto in maniera tiepida, come un prodotto della controcultura, molto diverso dai film di animazione dell’epoca, ma nulla di eclatante.Il tempo gli ha reso giustizia. Negli anni è diventato un vero e proprio brand quasi indipendente da quello degli stessi Beatles, con tantissimo merchandise. Ne sono stato coinvolto anch’io e vi propongo quindi i pezzi della mia piccola collezione.








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George
John
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Paul
Ringo
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Autore : Giorgio Gotti, 07/01/2021