he0r.jpghe6e.jpg he2a.jpg he3.jpg elenco link hen1.jpg he1.jpg

NEIL YOUNG

Journey Through the Past


Il film e il disco che Neil Young ripudiò

Nel 1972 Neil Young pubblicò il doppio album 'Journey Through the Past' che veniva proposto come colonna sonora di un fantomatico film omonimo. Di solito esce prima il film e poi la rispettiva colonna sonora. Invece, in questo  caso, il film uscì soltanto l'anno dopo rispetto al disco, nel 1973. La sua distribuzione fu scarsissima: negli Stati Uniti fu proiettato solo in alcune sale designate e per pochissimo tempo. In Italia chissà, forse in qualche cinema d'essai o in qualche rassegna speciale, sicuramente in una versione non doppiata e senza sottotitoli, quindi di difficile fruizione. Comunque, il grande pubblico, inclusi i fans sfegatati di Neil Young, non ebbero la possibilità di vederlo, anzi, prima dell'avvento di Internet e dei motori di ricerca, qualcuno addirittura pensava che questo film proprio non esistesse.

 
young_journey_1.jpgyoung_journey_2.jpg
 

Il disco stesso, la colonna sonora, non ebbe sorte migliore: il successo fu davvero scarso e rischiò di mettere a repentaglio la fin lì brillante carriera del grande cantautore canadese. Uscì infatti subito dopo l'album 'Harvest', sempre del 1972, che era stato un successo planetario e che aveva lanciato Neil Young nel firmamento della musica rock, piazzandosi ai primi posti delle classifiche di tutto il mondo (sia il 33 giri 'Harvest' che il singolo 'Heart of Gold rimasero per settimane al vertice della hit parade statunitense), dopo il favorevolissimo riscontro al precedente 'After the Gold Rush' del 1970, che lo aveva già consacrato come talentuoso cantautore e chitarrista della scena west-coast americana. 

 
I motivi di quella scelta apparentemente autolesionista furono svariati: in primo luogo, lo spirito di assoluta libertà di ispirazione che ha sempre contraddistinto la produzione di Young, che non ha mai inseguito il successo a tutti i costi né tanto meno ha mai assecondato i gusti del suo pubblico. In secondo luogo, 'Journey Through the Past' sarebbe stato il prodromo di una crisi della carriera di Neil, dovuta a problemi di salute, alla tossicodipendenza e a devastanti problemi personali (fra cui la morte per overdose di alcuni suoi cari amici e la paralisi cerebrale diagnosticata al neonato primogenito Zeke). Una fase 'buia' che, nei tre anni successivi, avrebbe prodotto quella che è stata soprannominata la 'Trilogia del dolore' (The Ditch Trilogy), tre dischi pubblicati tra il 1973 e il 1975 ('Time Fades Away', 'On the Beach' e 'Tonight's the Night'), inizialmente sottovalutati e criticati, ma che avrebbero avuto il meritato grande successo solo dopo qualche anno, entrando tutti di diritto nell'olimpo dei capolavori del rocker canadese.
 
young_journey_3.jpgyoung_journey_4.jpg
 
Neil Young stesso non credette molto nel progetto 'Journey Through the Past', forse addirittura volle ripudiarlo: il film (da lui prodotto, scritto, diretto e interpretato, insieme a tanti coprotagonisti, fra i quali i suoi sodali Crosby, Stills e Nash), come già detto, non ebbe una distribuzione adeguata e ciò gli bastò comunque a rimediare molte recensioni negative. Il disco non fu trattato meglio dal suo autore, considerato che è l'unico album della sua discografia, che non è ancora reperibile in versione CD rimasterizzata (l'ultimo, nel 2003, era stato proprio 'On the Beach' del 1974, appartenente alla 'Trilogia del Dolore', anch'esso  consapevolmente dimenticato dal suo autore, finchè Neil Young dovette arrendersi alle insistenti richieste delle migliaia di fan che firmarono addirittura una petizione perché venisse ripubblicato su CD).
 

In ogni caso il doppio album, 'Journey Through the Past', da me acquistato alla sua uscita, non appena disponibile in Italia, dopo che avevo già triturato e consumato sotto la puntina della mia fonovaligia Philips tutti i precedenti dischi di Neil Young fin lì pubblicati, mi piacque subito, nonostante le recensioni negative di cui si sentiva parlare.

Non era un disco come gli altri. In realtà, era un collage di brani dal vivo (dei Buffalo Springfield, di Crosby. Stills, Nash & Young, dello stesso Neil Young), di dichiarazioni, di sessioni in studio (durante le registrazioni di Harvest), di materiale vario (lo spezzone di un discorso di Nixon, il coro di un gruppo religioso, un brano strumentale dall'album 'Pet Sounds' dei Beach Boys). L'unica canzone inedita era la splendida 'Soldier', che sul disco si sentiva come se fosse registrata da lontano e con molto effetto riverbero sopra al rumore di fondo di un falò scoppiettante. Ma di questa canzone parleremo meglio fra poco.

 
young_journey_5.jpgyoung_journey_6.jpg
 

Il disco mi piacque (e non solo a me) anche perchè consentiva di osservare dietro le quinte l'attività del personaggio Neil Young, di cui si sapeva ben poco, se non per i dischi e qualche sporadica intervista. 

Sarebbe stato bello all'epoca vedere anche il film, ma è stato un privilegio per pochi, almeno in Italia. Sarebbe stato bello perchè negli anni 70 c'era una grande fame di immagini dal vero dei nostri idoli, e il film abbonda di scene in cui i diversi protagonisti parlano, ridono, suonano, in modo apparentemente spontaneo. Molto di recente, sono riuscito ad entrarne in possesso e a vederlo per la prima volta, nonostante la pessima qualità, pari a quella di una vecchia copia di videocassetta. E' ovviamente in lingua originale e di sottotitoli non se ne parla neanche, ma per fortuna esistono degli strumenti online di trascrizione del testo che fanno miracoli. 

Il film è stato, secondo me, erroneamente sottovalutato, e non è solo un documentario sulla vita di una rockstar, come si potrebbe supporre. Neil Young, che è sempre stato socialmente e politicamente impegnato e che anche attualmente, alla veneranda età di quasi 80 anni, svolge un ruolo militante in difesa dell'ambiente e della pace, vi esprime in modo immaginifico le sue convinzioni sulla guerra, sul consumismo, sulla religione, sulla piaga delle droghe pesanti. 

 
young_journey_7.jpgyoung_journey_8.jpg
 

Inframezzati da estratti della vita quotidiana della rockstar milionaria a partire dal 1966, anno dei primi successi con i Buffalo Springfield (dai concerti, ai backstage, alle limousine e agli autisti, allo staff che lo circonda e supporta continuamente, alle interviste in radio, fino ai momenti di pace solitaria con la moglie Carrie Snodgress nella sua tenuta di campagna) compaiono diversi personaggi, il principale dei quali è il “Laureato”, un giovanotto barbuto che indossa il tocco e la toga degli universitari e che vagabonda in autostop, dal deserto, dove viene scaricato da un'auto misteriosa, fino alla sua disorientata peregrinazione notturna a Las Vegas, la città simbolo della vacuità e del conformismo. 

In questa sarabanda di immagini e riprese on the road, troviamo anche Neil Young, che durante una incursione in un cimitero di macchine, documenta il ritrovamento di una Buick del 1957, auto che si diceva fosse appartenuta al presidente Lyndon Johnson. 

Le parole, scritte e parlate, con riferimento alla canzone 'Words' dell'album 'Harvest', costituiscono il fil rouge dell'ultima parte del film. La religione e i suoi simboli hanno la prevalenza in queste battute finali: citazioni di passi della Bibbia, la quale si apre per mostrare al suo interno uno scomparto segreto che contiene una siringa carica di eroina pronta per l'uso; un gruppo di cavalieri vestiti da Ku Klux Klan in nero che galoppano sulla spiaggia portando una croce; il Messia di Handel eseguito da una associazione cristiana di musica sacra (The Tony & Susan Alamo Christian Foundation Orchestra & Chorus). 

Alla fine, l'incontro fra le elite che governano il mondo (religiosa, militare e affaristico/politica) si materializza metaforicamente con le immagini di un generale, di un vescovo e di un uomo ben vestito, in giacca e cravatta, a bordo della stessa limousine, ripresi mentre si scambiano uno strano oggetto, che forse rappresenta un simbolo religioso, concludendo così l'ultima parte del film, sulle note della canzone 'Soldier'. 

 

Unico brano inedito del film e del relativo disco, 'Soldier' viene registrata all'interno di una vecchia struttura, probabilmente una segheria in disuso, dove Neil Young canta suonando un pianoforte a coda mentre un falò brucia. In questa breve e toccante canzone, fra il crepitìo del fuoco e l'incisione volutamente grezza, in un ambiente saturo di riverberi, il cantautore esprime nei pochi, ermetici versi la sua denuncia sull'inutilità e la ferocia della guerra e i suoi dubbi sulle false speranze che la religione produce.

Soldato, i tuoi occhi brillano come il sole

Mi domando perché.

 

Gesù, ti ho visto camminare sul fiume,

Io non ti credo.

Non puoi risolvere i nostri problemi in questo momento

Mi domando perché.

 

Gesù, i tuoi occhi brillano come il sole

Mi domando perché.

Proposte di Ascolto (clic the pic)

yu1.jpg

 Neil Young - "Soldier"

yu2.jpg

 Neil Young – "Southern Man"

yu3.jpg

 Buffalo Springfield - "Rock & Roll Woman"

yu1.jpg

 CSNY - "Find The Cost Of Freedom"

Autore : Stefano Sorrentino Giugno 2024