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LETTERATURA

per una vita migliore ovvero il libro della autosufficienza


Alcuni anni fa un mio amico di Borgotaro (località dell’alto appennino Parmense, che noi chiamiamo montagna) mi aveva portato a funghi.  In quelle zone si trovano i funghi più buoni di tutto il mondo, ed è bene andarci con una guida locale, non solo perché conosce i posti. Durante la lunga camminata mi aveva raccontato che nella zona in cui ci trovavamo c’era una vecchia casa posta in una zona molto isolata abitata da una coppia di giovani inglesi. Frutto di una probabile eredità (quelle zone hanno avuto nel secolo scorso un imponente flusso migratorio sia verso l’America che verso l’Inghilterra), era stata ristrutturata e la coppia si era trasferita con due figli piccoli. Il fatto che mi aveva molto colpito era che vivevano rifiutando ogni modernità a partire dalla luce elettrica. Affascinante, se non fosse che per i figli non è una scelta ma un’imposizione.
Confesso che nel periodo della cosiddetta “controcultura” sono stato affascinato anch’io dal mito della sana vita rurale in contrapposizione agli stereotipi del consumismo. Di questo parla il libro che propongo, scritto nel 1976 e pubblicato in italia nel 1984, ed il suo titolo descriveva perfettamente le aspettative di un mondo migliore.
Negli ultimi anni sono andato a vivere in campagna, nelle colline del parmense ed ho anche un bel pezzo di terra. Ho provato a cimentarmi nel gradino più basso dell’autosufficienza ovvero i prodotti dell’orto.  Oltre, la sola l’idea di allevare animali mi terrorizza. Chi ammazza un pollo e poi lo pulisce? Terribile.
Ma non sono un bravo orticoltore ed inoltre confermo il vecchio adagio che “la terra è bassa”, molto bassa.
Quindi questo bel libro fa parte di tante altre cose che avremmo voluto ma non siamo riusciti a fare. A mia parziale discolpa devo dire che con le cose poste in alto (frutti) me la cavo molto meglio. Autoproduco molte marmellate e liquori fatti in casa. Il mio nocino è strepitoso.



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Autore : Giorgio Gotti, 27/05/2021