Brevi note critiche
A scuola, quando eri bravino ma svogliato o rompiballe ti
rimandavano dicendo: “ha le potenzialità ma potrebbe fare di più”. Così è per
me questo gruppo etichettato dalla critica come rock/jazz progressivo.
Un inizio disco con uno dei più bei brani progressive di quegli
anni poi lo scivolare verso un banalissimo ed insipido jazz. E’ difficile
capire quale fosse veramente l’anima di questo gruppo, se prediligessero il jazz
facendo incursioni nel prog perché allora era di moda o il viceversa per
mancanza di coraggio.
Il lato A è spettacolare. Il brano di apertura Just Like Stone è un capolavoro che
a tratti ricorda i migliori Caravan e pone grandi aspettative nell’ascoltatore.
Segue Don't Make Me Cry,
bel brano che inizia con un riff d'organo e splendidi assoli di sax cui segue una sezione molto rilassante, con assoli di
flauto e pianoforte. Infine Flying
South In Winter, la cui un'atmosfera orientaleggiante ricorda,
in melodico, gli East of Eden.
Lato B. Le mie aspettative di grande album
prog vengono bruscamente ridimensionate. La facciata si apre con Dreams, canzone psichedelica in stile Moody
Blues o Barclay James Harvest. Ma trovo decisamente fuori contesto You
Make My Jelly Roll lunghissimo brano jazz, ben
confezionato che ricorda (il meno ispirato) Van Morrison ma che con le
atmosfere del lato A non ha niente a che vedere. Chiude Natural High, brano
sperimentale diviso in due parti. Nella prima parte, dopo un cantato molto
melodico, continue variazioni ritmiche conducono ad un finale più
sinfonico; la seconda parte è una complessa improvvisazione jazz su un
tema costruito con vocalizzi, piano e fiati.
In sintesi credo che se il loro
stile Prog molto legato al Jazz Rock avesse virato più sul prog e meno sul jazz
avrebbero realizzato un grande album.
Una nota infine per la
splendida copertina, firmata dal grande Marcus Keef. Un tronco di albero morto
immerso in uno stagno che riesce a produrre ancora linfa liquida che viene
raccolta in un contenitore sotto lo sguardo di una cicogna davanti ad una misteriosa culla.
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