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XTC


 parte prima - Premessa


Indice Articoli

 

Ci sono band o artisti che hanno creato opere che per me rimangono immense anche a distanza di decenni. 

Per citare i primi che mi vengono in mente Led Zeppelin, Pink Floyd, Rolling Stones Eric Clapton, CSNY …

Ma di loro non posseggo l’opera omnia, non ho comperato tutti i loro dischi, comprese quasi tutte le raccolte. Questo privilegio l’ho riservato solo a pochissimi: Talking Heads, Van Morrison  ed XTC.

Gli XTC sono stati uno dei gruppi pop britannici più intelligenti - ed orecchiabili - emersi dall'esplosione punk e new wave della fine degli anni '70. Dai riff tesi dei loro primi singoli al pop meticoloso e riccamente arrangiato dei loro album successivi, la musica degli XTC è sempre stata guidata dalla scrittura carica di ritornelli del chitarrista Andy Partridge e del bassista Colin Moulding. Sebbene il successo commerciale sia loro sfuggito sono diventati uno dei cult groups più apprezzati.

I giudizi della critica sulla loro opera sono contrastanti, spaziando dal positivo all’estremamente negativo. Cito alcuni esempi.

Riccardo Bertoncelli nell’introduzione al volume "XTC testi con traduzione a fronte" (Arcana Editrice – 1992) li definisce «.. uno dei più fulgidi complessi di culto del pop rock moderno, probabilmente il più brillante, forse anche il migliore. [...] Partridge, Moulding e Gregory abitano in in una terra fantastica e tutta mentale che chiamerò Swindonia, e noterò che confina a nord con la Shangri-La dei fratelli Davies, a sud con la sterminata Pepperland dei Beatles e da qualche parte con quella "Land of Grey And Pink" di cui parlavano i geografi Sinclair… Artigianato pop, senz'altro, di quella specie tipicamente britannica ormai quasi perduta, che dalla bottega di Lennon e McCartney porta ai Kinks, a Pete Townshend, a Elvis Costello; dove più dell'appariscenza dell'oggetto musicale vale il suo profilo sottile, la cura dei dettagli, la finitura.  »

Stephen Thomas Erlewine su AllMusic nel 2017 ha scritto : «Gli XTC furono una delle band pop britanniche più intelligenti - e più eccitanti - ad emergere dall'esplosione punk e new wave della fine degli anni '70. [...] Mentre il successo popolare li ha elusi sia in Gran Bretagna che in America, il gruppo ha sviluppato un seguito devoto in entrambi i paesi che rimane fedele oltre due decenni dopo i loro primi dischi. [...] La mancanza di successo commerciale degli XTC non è perché la loro musica non è accessibile - le loro melodie luminose, a volte malinconiche, fluiscono con più grazia della maggior parte delle band - ha più a che fare con il gruppo che è costantemente al passo con i tempi. Tuttavia, la band ha lasciato dietro di sé una serie straordinariamente ricca e variegata di album che sostengono in modo convincente che gli XTC sono la più grande band pop mancata e perduta.»

Di tutt’altro tenore è il giudizio espresso da Piero Scaruffi nell’omonimo sito: «.. con il passare del tempo si sono rivelati semplici artigiani del pop, sulla scia di una delle tradizioni piu` vetuste del Regno Unito …. si tratta di canzoni costruite attorno a un ritornello e ancora vincolate ai tre minuti, come se decenni di musica rock non fossero mai esistiti. Il tempo ha, insomma, anche messo in luce senza pieta` i limiti della loro arte. Se da un alto bisogna riconoscere agli XTC di essere intrattenitori infallibili, dall'altro si puo` dire che nessuno sa far sbadigliare con dei perfetti ritornelli come gli XTC. Da un'altra prospettiva, insomma, gli XTC non sono inventori di memorabili melodie: sono affossatori di memorabili memorie»

Torniamo ai gruppi di cui sono un "devoto fan". Artisti di stili musicali tra loro molto diversi. Perché allora il motivo della “devozione”?

Nel caso degli XTC credo dipenda del fatto che per me rappresentano i Beatles degli anni ’80/90. Nei loro dischi i riferimenti agli anni ’60 si sprecano, visitando le atmosfere di Beatles, Beach Boys, Hollies e in generale di tutto il periodo psichedelico inglese rispolverato con sguardo ironico che tuttavia non esclude un pizzico di nostalgia. I brani sono tutti estremamente orecchiabili e dietro una patina di apparente semplicità nascondono una scrittura sofisticata e complessa che li colloca, a mio parere, tra le migliori formazioni di sempre dell’universo pop.

Di seguito propongo una nutrita Proposta di Ascolto per provare a farli scoprire a chi non li conosce o convincere chi non li appprezza.
 

Proposte d'Ascolto (clic the pic)

 

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  Life Begins at the Hop (singolo, 1979)

 

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  Making Plans for Nigel (Drum and Wires, 1979)

 

 

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  Generals and Majors (Black Sea, 1980)

 

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  Towers of London (Black Sea, 1980)

 

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  Ball and Chain (English Settlement, 1982)

 

 

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 The Meetting Place (Skylarking, 1986)

 

 

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  King for a Day (Oranges & Lemons, 1989)

 

 

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  The Disappointed  (Nonsuch, 1992)

 

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  The Ballad of Peter Pumpkinhead (Nonsuch, 1992)

 

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  Stupidly Happy (Wasp Star (Apple Venus Volume 2, 2000)

 

Autore : Giorgio Gotti, Dicembre 2025